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Archivio cronologico2020-09-11T15:17:17+01:00

STORIA E PRATICA DEL SILENZIO

28 Febbraio 2025|Open space|

Non avreste certo problemi a utilizzarlo come sottofondo, ma forse dovreste ascoltarlo con attenzione. É un album appena uscito, della durata di 47 minuti e 12 tracce, cui partecipano nientemeno che 1000 artisti britannici, del calibro di Damon Albarn, Annie Lennox, Elton John, Paul McCartney e Kate Bush o del compositore Hans Zimmer. Un album unico perché non suona. Sono incisi 47 minuti di silenzio.

Si tratta della forma di protesta da loro scelta contro una proposta governativa di legge che consentirebbe più agevolmente alle aziende di allenare le proprie IA sui brani violando la legge sul copyright. Una delle tante conferma riguardo alla capacità comunicativa del silenzio.

È un bel riconoscimento per me che, a distanza di sei anni dall’uscita per Bollati Boringhieri, il Corriere della Sera voglia ripubblicare in edicola Storia e pratica del silenzio nella bella collana Mente  e corpo in equilibrio, che nelle settimane precedenti ha dato spazio ai testi di Daniel Goleman, del Dalai Lama e dello stesso curatore della collana, Daniel Lumera. In quel volume proponevo una teoria del silenzio quale vero e proprio atto comunicativo, con la medesima dignità della parola e una speciale connessione con la dimensione emozionale di una relazione o di un’esperienza. E soprattutto peroravo la necessità, per ciascuno, di intendere la loro differenza per farne corretto uso e interpretarli.

Oltre a tracciare questa sorta di “grammatica”, ho inseguito il silenzio in tutte i campi dove è in grado di esprimere un potente significato: le religioni cristiana e buddista, più genericamente la natura e la spiritualità, la sordità, la psicoanalisi, l’amore, il rapporto con le istituzioni. E le arti, ovviamente: a questo proposito ricordo che già John Cage ebbe già l’idea di comporre una sonata di pianoforte muta, per ragioni espressive e filosofiche invece che legate alla gestione della politica e alla tutela dei diritti.

Nella mia ricerca avevo concluso che la politica e lo spazio web hanno con il silenzio un rapporto particolarmente complesso, ai confini della negazione. Direi che in sei anni le cose sono ulteriormente peggiorate. In compenso, l’attenzione positiva al tema è notevolmente aumentata.     La collana del Corriere della Sera costeggia specialmente il silenzio che è necessario in sé stessi e il benessere che ne consegue. Un antidoto essenziale contro la frenesia che ci sta assalendo. La drammatica accelerazione degli eventi nel mondo in questi ultimi mesi, ci ricorda tuttavia che i nostri obblighi di esseri sociali ci impongono al tempo stesso di essere pronti a ribellarci e gridare. Persino a gridare talmente forte da rimanere zitti, come i 1000 artisti inglesi.

SU GAZA HO FATTO PRIMA DI TRUMP

28 Febbraio 2025|Open space|

Un paio di settimane fa, dopo le strampalate e inquietanti dichiarazioni di Trump, ho ideato un breve video da postare sui social, un collage di immagini scelte per dar conto espressivo di quanto aberrante suonasse quella sua proposta. Il mio non era un progetto strutturato con ambizioni di diffusione, mi ero accodato all’ispirazione dettata dalla subitanea indignazione. Quando le piattaforme lo hanno silenziato per una questione di copyright sul sonoro ho lasciato perdere.

Mai mi sarei aspettato che nel giro di poco Trump ne diffondesse uno di contenuti molto analoghi (e ovviamente di un’incomparabile cura tecnica). Per me sarebbe palese che tutti reagiscano come avrebbero reagito al mio, ritenendolo una parodia satirica (c’ho messo un’ora buona per ammettere che, okay, non era stato hackerato il sito di Trump). Ma se il video è stato messo in giro temo che non sia così. Ringrazio anche che sia insorto questo ostacolo tecnico alla circolazione del mio. Se anche una persona sola l’avesse inteso come un sostegno alla causa di Gaza Beach ne avrei sofferto molto.

Trovo utile però riproporlo per qualche giorno sul wrog, fugacemente, giusto per avere il vostro parere se ci siano davvero delle ragioni per le quali il mio appare chiaramente una satira e quell’altro uno spot promozionale. Che mi rassicuraste. Sapete, perché se nel mondo possiamo arrivare a fraintenderci anche su una roba così viviamo già su due pianeti distinti.

Scaricate il video per visualizzarlo.

IL MONDO AL CONTRARIO. ESTRATTI DI KARL KRAUS

23 Dicembre 2024|Open space|

Libri usati

O che si dovrebbero usare. Brevi passi da sottolineare, a volte da percorrere.

L’Ideale della verginità è l’ideale di quelli che vogliono sverginare.

Il parrucchiere racconta solo le novità, mentre dovrebbe solo pettinare. Il giornalista è pieno di spirito mentre dovrebbe solo raccontare le novità. Sono due tipi che mirano in alto.

Il valore della cultura si rivela nel modo più chiaro quando una persona colta prende la parola a proposito di un problema che sta fuori dall’ambito della sua cultura.

Quando brucia il tetto non serve né pregare né lavare il pavimento. Comunque pregare è più pratico.

Il segreto dell’agitatore è rendersi stupido quanto i sui ascoltatori in modo che questi credano di essere intelligenti come lui.

Molti desiderano ammazzarmi. Molti desiderano fare un’oretta di chiacchiere con me. Dai primi mi difende la legge.

Narcosi: ferite senza dolori. Nevrastenia: dolori senza ferite.

Sotto il sole non c’è un essere più infelice del feticista che brama una scarpa da donna e deve contentarsi di una femmina intera.

Non ci sono più produttori, ormai ci sono solo rappresentanti.

Due non si sono sposati: da allora vivono in reciproca vedovanza.

23 Dicembre 2024|Libri consigliati|

Ce n’è voluto di tempo, a partire dalle caverne, perché l’uomo dicesse alla partner: okay, mi occupo io del bambino. Almeno questa è l’opinione corrente. E se invece si trattasse di un’abitudine persa, ed anzi i nostri antenati del Pleistocene fossero stati padri accorti e presenti, che ben si sarebbero disposti pure al (altro…)

Stretti e contraddetti

23 Dicembre 2024|1, Stretti e contraddetti|

Secondo la Treccani nel 2024 la parola dell’anno è “rispetto”. Per fortuna (e sfortuna) viene precisato che la sua scelta riguarda un auspicio invece che una constatazione di presenza. In effetti, se uno pensa alla crisi delle istituzioni, all’individualismo sfrenato, alla menzogna perpetua, alla violenza sulle donne , i deboli, i soggetti marginali, cioè a tutto ciò che è corrente e si interroga sul buon funzionamento di questa parola inevitabilmente sbotta chiedendosi: ma rispetto a che?

CAILLEBOTTE A PARIGI

23 Dicembre 2024|9, Ufficio visti|

Ti sei ricordato di prendere gli ombrelli?. Possiamo fantasticare che durante l’allestimento delle grandi mostre impressioniste chi lavorava alle pareti così si riferisse alla tela di Gustave Caillebotte, Rue de Paris, temps de pluie, a lungo l’unico conosciuto e celebrato, come se solo in quella giornata di pioggia l’artista avesse (altro…)

RECENSIONE GIURATO N.2

23 Dicembre 2024|2, Il Nuovo Giudizio Universale|

In tutta la sua lunghissima vita cinematografica la questione della giustizia e della sua problematicità è stato il tema centrale di Clint Eastwood. Dai western (sui quali sempre poco si sottolinea come l’argomento cardine della frontiera riguardi metaforicamente la giustizia) alle indagini del commissario Callaghan, da (altro…)

“Proteggere i morti”, estratto da “La provincia del’uomo”, di Elias Canetti

29 Novembre 2024|Open space|

 Libri usati

O che si dovrebbero usare. Brevi passi da sottolineare, a volte da percorrere.

Alcuni trovano che ciò che fanno le religioni è utile. È vero, attenuano la terribile durezza della separazione
e suscitano speranza nei meno colpiti, in quelli cioè che rimangono in vita. Il loro peccato principale però è
contro i defunti, dei quali dispongono come se avessero un diritto su di loro e una qualche conoscenza del
loro destino. A me va bene ogni finzione che migliori i vivi nei loro rapporti reciproci. Ma le affermazioni sui
morti totalmente scomparsi mi sembrano avventate e senza scrupoli. Accettando una qualsiasi cosa che
viene asserita su di loro, al tempo stesso li si abbandona ed essi non possono difendersi in alcun modo.
L’inermità dei morti la cosa più inconcepibile. Io amo troppo i miei morti per piazzarli in qualche posto
(trovo già degradante che li si rinchiuda e li si seppellisca). Io non so niente di loro, proprio niente, e sono
deciso a continuare ad amarli nella piena angoscia di questa incertezza.

La Biennale dei sommersi

22 Novembre 2024|4, Ufficio visti|

La biennale dei sommersi

Si conclude la grande rassegna veneziana

Arrivati agli ultimi giorni della Biennale 2024 tutti gli appassionati d’arte, anche quelli che hanno saltato l’appuntamento veneziano, conoscono la questione. Il curatore Adriano Pedrosa, valente direttore dell’’Istituto d’Arte di San Paulo, ha deciso sotto il titolo “Foreigners everywhere” di vararne una diversa da tutte le precedenti, popolando gli spazi con opere di artisti “altri” rispetto al canone dominante occidentale.
(altro…)

IL GIORNO IN CUI È FINITO IL MONDO IN CUI SONO NATO

8 Novembre 2024|8, Limite di velocità|

Quale cambiamento si nasconde dietro la vittoria di Trump

Prima di spiegare perché con l’elezione di Trump finisce il mondo in cui sono nato (cioè, quello che corre dal
1961 fino al 5 novembre 2024) è giusto specificare che tutta una serie di critiche riguardanti questo esito
elettorale – e che in buona parte sottoscriverei a titolo personale – lasciano il tempo che trovano. (altro…)

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