
Da diversi anni mi ha preso il gusto di comporre limerick, quel tipo di poesie nonsense di origine anglosassone che rispondono a criteri metrici fissi e nel nostro paese hanno trovato la loro migliore espressione in Toti Scialoja. Mi sono concesso varie alterazioni del loro schema di base e poi, con crescente frequenza, quello scheletro formale e il mood che lo accompagna sono rimasti al servizio anche di testi sensati. Alla fine è più facile debellare il senso nella prosa quotidiana che nei versi.
Ora sono diventati un libro, contenente oltre cento poesie, che il valente catalogo dell’editore Oedipus ha ritenuto di accogliere.
Come per tutti i volumi di poesia la distribuzione nelle librerie è sempre complicata.
Le librerie dove dovreste sicuramente trovarlo a partire da questi giorni sono queste:
- Odradek Milano
- Popolare Milano
- Altroquando Roma
- Pucciarelli Roma
- Evaluna Napoli
- Ubik Napoli
- Modo Bologna
- Luxemburg Torino
- Bodoni Torino
- Ponte sulla Dora Torino
oppure presso la sede dell’editore Oedipus a Salerno (via La Francesca, 31)
Un’alternativa naturalmente è ordinarle su Ibs, Amazon, Feltrinelli, Mondadori, Unilibro.
Ve ne propongo una manciata, tanto per familiarizzarcisi (anche con la loro eterogeneità) e per non restare esageratamente traumatizzati all’acquisto del libro.
Strade senza maschere
Quasi da baccanale
lo sbocco al mare aperto
di una metà facciale.
La tenebra labiale
rendeva il viso inerte,
scabrosa la parola
Versi referendari
Confesso quanto poco m’appassioni
buttar la casta quando bolle l’acqua.
Pro capite il risparmio è miserello
circa l’equivalente di un caffè, (altro…)
Sonetto sulle dichiarazioni da rendere ex dpcm
compili col suo sangue, documenti
il transito suo al banco d’alimenti
e che alla qui presente è coniugato
che non è per trastullo che s’aggira
che un poco incontinenti sono i cani
che ancora non è al margine dei sani
e non ha troppo in uggia le sue mura. (altro…)
Senso-Nonsense: la poesia di Remo Bassetti, a cura di Lucio Toma

Caduta massì

Chissà chi è l’inetto, l’imbecille
che nella notte ci sostituisce
lo scendiletto kilim
con ghiaccio e suole lisce.
Che tende funi fuori sul percorso
e disallinea biglie di traverso
sul pavimento di linoleum,
Natività
Ingravidato nel ventre del mattino
mi partorisce ogni giorno il sorriso
tuo dintorno, il sorgente che inventi.
Del viso nell’abbraccio, s’insemina
d’eterno la terra senza ghiaccio.
Mi spiaggerò
Mi spiaggerò come balena assente
sul rovente sudario mentre l’ocean
si rifarà daccapo di gran lena.
Per cena sputerò Giona dal ventre
ragionerò l’assurdo dell’acquario.
Mi spiaggerò come balena triste
ponendo fine a spregi e avvistamenti
di dorsi e pinne da occhi di turisti.
Depennerò il disordine e la rabbia
provvista di salsedine e di sabbia.
Mi spiaggerò come balena bolsa
prendendo l’orizzonte per rincorsa
sull’onda moribonda rimbalzante.
Cospargerò con l’olio e l’ambra grigia (altro…)
Faglie e furia
Il Finistère farfuglia alle finestre
frasi che il vento spinge agli sfinteri,
rende spoglio l’orizzonte, frastaglia
il verde in strato. Scagli lo scoglio
chi è senza steccato.
Mille ciglia lontano
Se la donna che ami sceglie l’altro
Cuscino mille ciglia lontano quando
Dorme vicino scendi piantala in asso
Mentre giace di sasso indecente
Vestale d’ascesi sul materasso
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