Non c’entra con letteratura, politica, scienze sociali, ma l’ho pur sempre scritto io…
Ultimi articoli
Quasi mi sono messo a piangere per la commozione. Mi ha telefonato l’azienda che produce il telepass. Lei è cliente da vent’anni, vogliamo premiarla, ha detto una signora con solennità. (altro…)
Recensione del film “C’è ancora domani”

Paola Cortellesi è una di quelle persone che, grazie all’amabilità, riesce a farsi perdonare la propria bravura (per tanti personaggi fonte non solo di ammirazione, ma pure di invidia e antagonismo) (altro…)
Occupato

I vincitori del concorso di micro-narrativa
Presento qui i vincitori che ho scelto, insieme a una piccola giuria, del concorso “Occupato”, sponsorizzato dal mio romanzo “Una gran” e sostenuto dall’editore Morellini.
La richiesta era di partire dalla scena che si ripete milioni di volte al giorno in altrettanti bagni. Uno che bussa e l’altro risponde “Occupato”. (altro…)
Not in my ear. Contro i pirati dello spazio acustico

Quando e da chi dobbiamo esigere il silenzio. O almeno un volume differente.
Partiamo da un esempio pratico. Nella tranquilla isola greca in cui uso tornare sovente d’estate, soggiorno normalmente in un piccolo hotel che affaccia sul porto. Una delle ragioni che rendono gradevole la posizione è la contemplazione dal balconcino delle infinite sfumature di colore che si susseguono sulle case e il mare con l’approssimarsi del crepuscolo. Si tratta di un porto, (altro…)
Il tuo viso non ti appartiene

Sviluppo e pericoli del riconoscimento facciale
Ecco quello che potrebbe capitarvi in futuro. State mettendo il piede fuori la porta di casa, oppure sorseggiando un cocktail al vostro locale preferito o siete seduti nella vostra scrivania di ufficio, un pochino defilata rispetto al pubblico, quando vi viene incontro un volto che non vi rammenta nulla. (altro…)
Liberi di dire quello che si pensa?

Il campo linguistico, tra Vannacci e il politicamente corretto
Ma insomma, uno sarà pure padrone di dire quello che pensa! Negli ultimi tempi questa frase, nel dibattito pubblico, viene pronunciata sempre più spesso. E con apparente rovesciamento dei ruoli, paladina del principio della libertà di manifestazione del pensiero si presentaper lo più la destra politica. (altro…)
Sono nato nel palazzo della Camorra

La scorsa settimana, con qualche giorno di ritardo rispetto alla data effettiva della ricorrenza, sono sceso a Napoli con la famiglia: fanno vent’anni che non c’è più mia madre e non volevo mancare la visita al cimitero. (altro…)
Dare il consenso

Dalla politica alle relazioni sessuali
Dubito che sia mai veramente esistita un’epoca in cui qualcuno abbia preso la guida di un’intera comunità dicendo: adesso, vi piaccia o no, fate quello che vi dico io! Quanto meno in modo sottile, ogni capo ha richiesto una forma di consenso (posso anche starmene per fatti miei, ma se poi le divinità sommergono il villaggio sotto il diluvio non venite a chiamarmi. Ah, ecco. Volevo ben dire). (altro…)
Mi sono fatto intervistare da Chatbot GPT-4

Siccome questo povero Chatbot GPT-4 ne avrà piene le tasche che tutti gli chiedano risposte su questo e quell’altro, ho pensato di rispondere io a lui. Gli ho proposto di intervistarmi.
Prima gli ho chiesto se sapeva chi ero. Chi te conosce. Non va su Internet, lavora sui dati che sono stati immessi.
Per testarlo gli ho proposto di intervistarmi sul libro “Offendersi”, limitandomi a chiarire che si tratta di un saggio che esplora le ragioni per cui le persone si offendono. (altro…)
Psicologia della punteggiatura/5. Il punto esclamativo

In un brevissimo racconto di Cechov, intitolato “Il punto esclamativo” un diligente funzionario con ruolo segretariale trascorre una notte inquieta, ragionando tra veglia e sonno sulla consapevolezza con cui ha distribuito la punteggiatura nel suo ormai quarantennale disbrigo burocratico. (altro…)
Io, il lanzichenecco

La settimana scorsa sono salito insieme ai miei amici sul treno da Roma a Foggia e siccome i nostri genitori sono dei pezzenti arricchiti ce lo hanno pagato in business class. Vicino a me c’era seduto un tipo vestito in giacca e pantaloni come metà dello scompartimento, solo un po’ più costoso: giacca di marca, pantaloni di lino da sartoria che saranno costati un po’ di testoni, e uno di quegli orologi d’oro che se ci entri nei quartieri ti portano via pure il braccio, anche perché ci si pagano sei anni di viveri. (altro…)