Nuove abitudini di R. C. Sheriff

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Ha 88 anni ma è in ottima forma e pare a suo agio in quest’epoca. Piacerebbe a chiunque sentirlo dire di sé (significherebbe che si è raggiunta quell’età, e in splendide condizioni). Si può dire tuttavia pure di un libro, e certamente si deve farlo per Nuove abitudini, il romanzo che Robert Cedric Sheriff scrisse appunto nel 1936. Non lo si direbbe, invece, nonostante non arrivi alla sessantina, del suo protagonista, Tom Baldwin, e questo problema è il fulcro della trama. Perché tutto comincia da un giorno pieno di speranze per lui, quello del pensionamento, che tanto attendeva per lanciarsi nel godimento di passioni più intense e attive della sua rispettabile carriera londinese di dipendente nelle assicurazioni. Solo che i progetti di sgonfiano l’uno dopo l’altro: non sembrano alla portata delle sue energie, delle sue capacità, non all’altezza delle sue illusioni. Un accidente ulteriore è che il suo ritiro dal lavoro rompe le uova nel paniere alla moglie Edith che, intendiamoci, gli vuole un bene dell’anima, ma in sua assenza ha sviluppato una rete di piccole abitudini che l’ignaro marito non esita a mandare all’aria, come se in pensione non fosse andato lui ma pure sua moglie (questo l’arguto pensiero della donna, che tuttavia lo pospone presto a una devota e intelligente etica della cura). La struttura semplice della trama non impedisce che il libro operi tematicamente su più di un piano: il rapporto con le abitudini, le distorsioni della ripetizione, gli equilibri in una coppia con il trascorrere degli anni e soprattutto l’evento nuovo del pensionamento, il peso psicologico della cessazione del lavoro, la capacità di reinventarsi, le molteplici sottigliezze delle interazioni di vicinato. Nonostante si tratti teoricamente di una storia ordinaria, o forse proprio per questo, Sheriff (la cui riscoperta è dovuta soprattutto a un pubblico elogio del Nobel Ishiguro) ci tiene sino alla fine col fiato sospeso, per la partecipativa ansia che i nuovi progetti – l’ultimo dei quali, coraggioso e ordinario allo stesso tempo – vadano tragicamente in frantumi. Si aiuta con una prosa avvolgente, snella il giusto per descrivere con esattezza le prospettive dei personaggi e ornata a sufficienza per raffigurare poeticamente i delicati spostamenti della natura e collegarli ai moti interiori: una scrittura per nulla anacronistica, se non per il fatto che la sua fluida spontaneità non è poi così tanto comune, oggi.

R.C. Sheriff

Nuove abitudini

Traduzione di Silvia Castoldi

Fazi Editore

Anche se prevale un tono leggero e una gradevole vena di humor, la documentazione è solida, gli esempi fitti e illuminanti

Corrado Augias, Il Venerdì

Un trattato, mica bruscolini. Il trattato, infatti, tipo quelli di Spinoza o di Wittgenstein, è un’opera di carattere filosofico, scientifico, letterario (...) E così è. Nel suo trattato Bassetti espone il come e perché dell’offesa.

Francesca Rigotti, Il Sole 24 ore

 

C’è un passo in cui di Bassetti dice che questo è un tema sorprendentemente poco esplorato...Non lo è più da quando c’è questo libro

La conclusione del conduttore di Fahrenheit – Tommaso Giartosio

 

Queste sono le tre ragioni per cui ci si offende:

  1. Hai detto male di me

  2. Hai violato un confine

  3. Non ti sei accorto di me come, e quanto, avresti dovuto

Di |2024-04-25T21:54:57+01:0025 Aprile 2024|Libri consigliati|

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