Una poesia di Adonis

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(mia traduzione)

 

Salmo

Lui arriva disarmato come la foresta, e come la nuvola non può nascondersi;

ieri portava un continente e spostava il mare.

Lui disegna il rovescio del giorno. A partire dai suoi piedi fabbrica il giorno

e gli presta le scarpe della notte, poi attende quel che succederà.

Lui è la fisica delle cose- le conosce e dà loro dei nomi che non svela.

E’ il reale e il suo contrario, la vita e altro della vita.

Là dove la pietra diviene un lago e l’ombra una città lui risiede e inganna

la disperazione, cancellando la speranza più piccola e danzando affinché la terra sbadigli

e gli alberi dormano.

Ecco, lui proclama l’incrociarsi dei confini incidendo sulla fronte

della nostra epoca il simbolo della magia.

Lui riempie la vita e nessuno lo vede. Trasforma la vita in schiuma

e vi affonda dentro. Lui cambia il domani in una preda dietro la quale

corre disperatamente. Le sue parole sono pesanti, dirette al vagabondaggio,

al vagabondaggio.

La perplessità è la sua patria ma i suoi occhi sono multipli.

Lui spaventa e rianima.

Trasuda di dramma e trabocca d’ironia.

Sbuccia l’uomo come una cipolla.

Lui è il vento che non spinge indietro il cammino e l’acqua che non risale

alla sorgente. Lui crea il suo spazio a partire da se stesso- non ha antenati

e le sue radici sono nei suoi passi.

Lui marcia nell’abisso e ha la statura dell’aria.

 

La mia traduzione è di seconda mano, cioè dal francese. E’ infatti tratta dall’antologia “Poésie syrienne contemporaine” e a sua volta è tradotta dal siriano da Saleh Diab.

Di |2020-09-11T15:13:12+01:005 Ottobre 2018|Sulla scrittura|

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