Ripetere quel che fanno gli altri

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La propensione a fare quel che fanno gli altri, però, è la stessa che motiva anche a pensare: «Sai che c’è? Adesso mi butto dal balcone!», per emulare i coetanei che hanno preso – come recentemente accade in Spagna – il vezzo di librarsi in volo in una piscina o in una terrazza confinante, e ogni tanto sbagliano i calcoli sfracellandosi al suolo. Se fino a un certo limite, e a una certa età, fare ciò che fanno gli altri garantisce una società ordinata e reciprocamente rispettosa, superato quello diviene una dipendenza perico­losa e spersonalizzante. Ci si trova ad abitare in quello che Heidegger definisce il regno del Si, quello in cui ci diver­tiamo come ci si diverte o giudichiamo come si giudica, e in cui «ognuno è gli altri e nessuno è se stesso. Il Si, come risposta al problema del Chi dell’Esserci quotidiano, è il nessuno a cui ogni Esserci si è abbandonato nell’indiffe­renza del suo essere assieme».16

In effetti, nelle società più evolute il ruolo principale dell’imitazione ha cessato di essere la conoscenza per diven­tare piuttosto il riconoscimento: attraverso l’imitazione di uno stile di vita, anche stilizzato in futili e sciocchi com­portamenti oppure massimizzato in forme passive di gre­gariato, i soggetti ricercano l’attribuzione di uno status.

Brano estratto dal capitolo “Fare quello che fanno gli altri”, nel capitolo 1 “Bagnarsi parecchie volte nello stesso fiume”

Fra i caratteri distintivi dell’umanità vi è la tendenza a evitare la ripetizione, privilegiando l’innovazione creativa e ciò che è differente. A uno sguardo più attento, però, fenomeni e comportamenti ricorsivi risultano prepotentemente insediati nei fondamenti delle nostre vite, e non solo perché rimaniamo incatenati ai vincoli della natura. Come le stagioni e le strutture organiche nell’evoluzione, si ripetono anche i cicli storici e quelli economici, i miti e i riti, le rime in poesia, i meme su Internet e le calunnie in politica. Su concetti e comportamenti reiterati si basano l’apprendimento e la persuasione, ma anche la coazione a ripetere e altre manifestazioni disfunzionali. Con brillante sagacia, Remo Bassetti affronta un concetto finora trascurato, scandagliandolo nei vari campi del sapere, fra antropologia, letteratura e cinema, per dipingere un affresco curioso di grande ispirazione. Da Kierkegaard almachine learning, dai barattoli di Warhol ai serial killer, dai déjà vu fino alla routine, questo libro offre un’analisi profonda della variegata fenomenologia della ripetizione nel mondo moderno, sia nelle forme minacciose e patologiche sia in quelle che invece assicurano conforto, godimento e, persino, libertà.

Quanto siamo ripetitivi

Di |2023-10-13T13:25:55+01:0022 Settembre 2023|Quanto siamo ripetitivi|

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