Ripetere per ostinazione

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Che qualità ha mostrato Greta? Comunemente si di­rebbe: la perseveranza. Io preferisco: l’ostinazione. La seconda parola rispetto alla prima (che ha un sinonimo in tenacia) patisce un’accezione negativa. Sei il solito osti­nato, scendi con i piedi per terra. Senonché i perseveranti sono gli ostinati che ce l’hanno fatta. Tutte le azioni ripe­tute, quando non sono sostenute, ed anzi al principio paiono smentite dai fatti, vengono considerate vizi di ostinazione. Ma finché sono in corso non lo sappiamo come andrà a finire. E dato che come tempo per la prova contraria a volte non è sufficiente neppure la vita (quei fissati di Tomasi di Lampedusa e Morselli, per dire, sono stati pubblicati postumi; Sylvia Plath vinse addirittura il Pulitzer, postumo), io preferisco qui decantare le virtù dell’ostinazione, senza nascondermi dietro il senno di poi (che può pure essere insulso, perché l’ostinato magari aveva ragione ma è rimasto incompreso).

Scegliete dunque la vostra ostinazione e dateci dentro con le ripetizioni fino a che non la spuntate! D’accordo, ammetto che questa può essere istigazione a delinquere (come minimo, contro sé stessi).

Brano estratto dal paragrafo “L’ostinazione come valore”, nel capitolo 6 “Verso un buon uso della ripetizione”

Fra i caratteri distintivi dell’umanità vi è la tendenza a evitare la ripetizione, privilegiando l’innovazione creativa e ciò che è differente. A uno sguardo più attento, però, fenomeni e comportamenti ricorsivi risultano prepotentemente insediati nei fondamenti delle nostre vite, e non solo perché rimaniamo incatenati ai vincoli della natura. Come le stagioni e le strutture organiche nell’evoluzione, si ripetono anche i cicli storici e quelli economici, i miti e i riti, le rime in poesia, i meme su Internet e le calunnie in politica. Su concetti e comportamenti reiterati si basano l’apprendimento e la persuasione, ma anche la coazione a ripetere e altre manifestazioni disfunzionali. Con brillante sagacia, Remo Bassetti affronta un concetto finora trascurato, scandagliandolo nei vari campi del sapere, fra antropologia, letteratura e cinema, per dipingere un affresco curioso di grande ispirazione. Da Kierkegaard almachine learning, dai barattoli di Warhol ai serial killer, dai déjà vu fino alla routine, questo libro offre un’analisi profonda della variegata fenomenologia della ripetizione nel mondo moderno, sia nelle forme minacciose e patologiche sia in quelle che invece assicurano conforto, godimento e, persino, libertà.

Quanto siamo ripetitivi

Di |2023-10-13T13:25:44+01:0022 Settembre 2023|Quanto siamo ripetitivi|

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