Tre piani, Eskhol Nevo  

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Tre piani, come i tre stadi della coscienza freudiana: l’Es, l’Io, il Super-Io. Tre storie dentro un condominio di Tel Aviv, con qualche raccordo tra loro ma sostanzialmente indipendenti. Non è un libro poliziesco, un noir, un giallo, e però Eskhol Nevo dissemina i racconti di interrogativi legati a quella forme letterarie: riuscirà a cavarsela? Lei lo scoprirà? Cosa era accaduto veramente? ci chiediamo ansiosi e voraci di pagine. Ma, sulla scia dei maestri Oz e Yehoshua, Nevo si concentra sulle dinamiche familiari e affettive più intense, inclinando più verso gli smottamenti patologici che la portata salvifica. In tutti i casi il protagonista narra in prima persona a qualcun altro (vicino, lontano, morto), una sublimazione dell’analista. Sapientemente ci tiene per ultimo il racconto da lacrime, la tardiva e contrastata elaborazione di un lutto vedovile. Nevo si conferma un grande narratore (chi non ha letto “Neuland si è perso uno dei più bei libri degli ultimi dieci anni) e la letteratura israeliana la più viva e palpitante al mondo.

 

Eskhol Nevo

Tre piani

Neri Pozza

Di |2020-09-11T15:16:47+01:0021 Aprile 2017|Libri consigliati|

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