Elena lo sa

Home>Elena lo sa

Quando incappo in certi romanzi promossi a forza come gialli – perché dire al pubblico: è un giallo! ne incrementa le chance di vendita – mi viene voglia di girare per strada con il libro tra le mani e un cartello sul collo con scritto: guardate che non è un giallo. E non per cattiveria boicottatrice, ma perché quel libro magari è qualcosa di più, e quel di più, messo in primo piano, non tirerebbe neppure meno del giallo. Ma nel caso di Claudia Pineiro e del suo Elena lo sa dobbiamo ammettere che la questione dell’etichetta di comodo ha anche un suo profilo di verità se allarghiamo in senso esistenziale il concetto di giallo, tanto che arrivati alla fine, e constatata la labilità del suo essere giallo, possiamo tuttavia esclamare: ma allora era veramente un giallo! E però il tema centrale è il parkinsonismo della sua protagonista, Elena, riprodotto anche nel ritmo stilistico e in lento e ripetitivo muoversi del corpo e del rigo stilizzato: e tuttavia il libro non parla solo del dolore e del disagio della malata, ma del dolore e del disagio, rabbiosamente mal sublimati, della figlia. Si focalizza si chi assiste e su chi è assistito, ma su quest’ultimo in flashback perché Rita, la figlia di Elena, è stata trovata impiccata nel campanile della chiesa, ed Elena lentamente e parkinsonescamente indaga siccome è sicura che no, non se l’è messa lei quella corda; ma è dura venire a capo della verità quando ragioni e sopravvivi per pastiglie (alla prima, alla seconda ecc. sono intitolati i capitoli). C’è una scena monumentale, su una messa in chiesa appena posteriore al ritrovamento del corpo, che meriterebbe da sola una ripresa cinematografica. C’è un colpo di scena finale, che non riguarda tanto il mistero cui si gira intorno, ma una più delicata questione sulla gratitudine e l’hybris. C’è un gatto che nel finale diventa mattatore (chiederò un compenso alla Feltrinelli, quest’affermazione vale non meno di un centinaio di copie) e una distanza/prossimità fra due donne che regala brividi, e c’è anche la succinta spiegazione di qualcosa che pare assurdo con le parole più esatte per dargli una cornice. In qualche tratto si avverte la fatica della scrittura di Pineiro a pareggiare la qualità della sua sensibilità e sobria immaginazione, ma non si può avere tutto, ed è già una manna dal cielo quel che qui si raccoglie.

Claudia Pineiro

Elena lo sa

Traduzione di Pino Cacucci

Feltrinelli

Anche se prevale un tono leggero e una gradevole vena di humor, la documentazione è solida, gli esempi fitti e illuminanti

Corrado Augias, Il Venerdì

Un trattato, mica bruscolini. Il trattato, infatti, tipo quelli di Spinoza o di Wittgenstein, è un’opera di carattere filosofico, scientifico, letterario (...) E così è. Nel suo trattato Bassetti espone il come e perché dell’offesa.

Francesca Rigotti, Il Sole 24 ore

 

C’è un passo in cui di Bassetti dice che questo è un tema sorprendentemente poco esplorato...Non lo è più da quando c’è questo libro

La conclusione del conduttore di Fahrenheit – Tommaso Giartosio

 

Queste sono le tre ragioni per cui ci si offende:

  1. Hai detto male di me

  2. Hai violato un confine

  3. Non ti sei accorto di me come, e quanto, avresti dovuto

Di |2023-07-21T11:41:02+01:0021 Luglio 2023|Libri consigliati|

Scrivi un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Torna in cima