Recensione del libro “L’estate dei fantasmi” di Lawrence Osborne

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Mi rendo conto che

può sembrare bizzarro che il mio consiglio di un libro cominci dichiarando quanto mi è stato antipatico.
Il primo attrito è personale: l’ambientazione è l’isola greca di Hydra, che amo molto, e il ritratto modano della fauna umana che la popola o la abita è ingeneroso e piuttosto fasullo. Poi c’è una questione più generale: sono antipatici i personaggi. Proprio non se ne salva uno: ma è una scelta di Osborne, che dipinge un consapevole affresco negativo della corrente umanità. Pur di metterla in cattiva luce forza di ciascuno il quadro psicologico sino a rasentare l’inverosimiglianza. Smottamento che non riesce a evitare sul piano del realismo: cioè è troppo sbrigativo nel liberarsi di questioni pratiche che gli interessa solo inserire nella trama (e così, ad esempio, il seppellimento di un cadavere si rivela appena più difficoltoso della raccolta di castagne). Tanto più ammirevole, alla luce di questi non banali dettagli, è che “L’estate dei fantasmi” rimanga un libro narrativamente potente. Approssimativamente potremmo dire che la storia concerne due ragazze ventenni in cerca di emozioni che si imbattono in un colto naufrago siriano e, soprattutto per iniziativa della più esistenzialmente scontenta delle due, si ingegnano per assicurargli una via di fuga, ma il modo è assai impervio. Questo è il nucleo, ma il romanzo si fraziona in una serie di corsie laterali dentro le quali cambia sempre il protagonista. Molto di più: anche se il romanzo è in terza persona soggettiva, cambia sempre l’io narrante filtrato attraverso la terza persona, e non cambia ogni tot di pagine ma spesso ogni poche righe. Pochissime volte mi sono imbattuto in un narratore capace di usare questa tecnica mobile con tanta fluidità; essa rende il romanzo molto dinamico, non solo negli eventi ma anche nella loro introspezione. Potrebbe fungere, per questa tecnica, da manuale di scrittura: e per il lettore è leggero, è un montaggio invisibile. A questo merito tutto peculiare si aggiunge la volontà di non scegliere, quando il libro pareva arrivato sul punto, la facile strada del noir ma di ricalibrarlo su un piano più rigorosamente letterario, ben mescolando quel che si risolve e ciò che resta in qualche modo sospeso.

Lawrence Osborne

L’estate dei fantasmi

Traduzione di Mariagrazia Cini

Adelphi

Di |2020-10-02T14:52:42+01:002 Ottobre 2020|Libri consigliati|

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