Il Nuovo Giudizio Universale

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Recensione del film “Il verdetto”

Di |2020-09-11T15:12:39+01:009 Novembre 2018|Il Nuovo Giudizio Universale|

Quale garanzia migliore, teoricamente, potrebbe esserci per assicurare che un film tenga rispetto al libro dal quale è tratto? Lo scrittore assume egli stesso la sceneggiatura, e per giunta è uno dei massimi narratori viventi, Ian McEwan. Le alchimie di un’opera artistica però non sono così nitide e cartesiane. (altro…)

Recensione del film “Searching”

Di |2020-09-11T15:13:15+01:0026 Ottobre 2018|Il Nuovo Giudizio Universale|

Ci sono almeno quattro aspetti interessanti di “Searching” dei quali vale la pena di parlare: la tecnica formale, la trama del thriller, la critica alla società tecnologica e un’altra tecnica particolare volta alla ricostruzione mentale delle azioni che stanno per compiersi. (altro…)

Recensione del film “L’albero dei frutti selvatici”

Di |2020-09-11T15:13:45+01:0012 Ottobre 2018|Il Nuovo Giudizio Universale|

Speriamo che a nessuno salti in testa di ricondurre sotto la rassicurante etichetta di film che critica l’attualità turca (poco lavoro, pochi posti per insegnanti, tanta polizia …) un’opera felicemente universale come “L’albero dei frutti selvatici” (altro…)

Recensione del film “Sulla mia pelle”

Di |2020-09-11T15:14:06+01:0028 Settembre 2018|Il Nuovo Giudizio Universale|

E’ sempre un compito improbo raccontare una vicenda scottante che in qualche modo è ancora in corso. Si poteva prevedere che Alessio Cremonini, scegliendo di girare un film sulla drammatica morte di Stefano Cucchi, si focalizzasse sulla denuncia del pestaggio o sul seguito giudiziario, che dopo una sentenza di assoluzione degli agenti si è riaperta nel 2017 per la caparbietà della sorella Ilaria. Il regista ha scelto invece tutto un altro profilo, (altro…)

Recensione del film “Un affare di famiglia”

Di |2020-09-11T15:14:23+01:0021 Settembre 2018|Il Nuovo Giudizio Universale|

Il più bel complimento che si potrebbe rivolgere a Hirozaku Kore-eda è di essere un regista familiare. Lo è perché la sua macchina da presa guadagna l’intimità soffocando la propria invadenza, per l’empatia che ci suscitano i suoi personaggi, (altro…)

Recensione del film “Mr. Long”

Di |2020-09-11T15:15:22+01:0011 Settembre 2018|Il Nuovo Giudizio Universale|

Ma questo non è un film, è una compilation! Quando si parla di commistione di generi ci si attende, per lo più, che elementi dell’uno o dell’altro, in numero limitato, vengano fatti coesistere per sovrapposizione. Il regista giapponese Sabu, in Mr. Long la prende in un modo differente: venti minuti di crime movie, stop, venti minuti di film comico, stop, venti di mélo familiare, stop eccetera, e a un certo punto in questo bailamme cala pure il teatro kabuki. Il virtuosismo di Sabu nel maneggiare materiali tanto eterogenei è mostruoso, (altro…)

Recensione del film “Il sacrificio del cervo sacro”

Di |2020-09-11T15:16:31+01:0020 Luglio 2018|Il Nuovo Giudizio Universale|

Il film comincia con una scena cruda e reale che potrebbe far alzare definitivamente dalla poltrona una quota di spettatori dallo stomaco delicato : un’operazione a cuore aperto. Yorgos Lanthimos mette subito in chiaro che non userà troppi riguardi verso lo spettatore. Chi resiste scoprirà che “Il sacrificio del cervo sacro” è però un’operazione a cuori chiusi. Algidi, intorpiditi, irraggiungibili.

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Recensione del film “A quiet passion”

Di |2020-09-11T15:16:50+01:0013 Luglio 2018|Il Nuovo Giudizio Universale|

“Questa è la mia lettera al mondo che non ha mai  scritto a me”. Comincia con questi versi, forse i più conosciuti di Emily Dickinson, il gioco del continuo affaccio testuale fuori campo sulle scene del film “A Quiet Passion”. E nel giudicare l’opera, da subito si pone l’obbligo critico di non regalare al regista Terence Davies meriti ascrivibili esclusivamente alla grandissima poetessa americana e alla capacità della sua opera, solo apparentemente semplice, di suscitare brividi in chi l’ascolta recitata. Se infatti è vero che il biopic su un personaggio (altro…)

Recensione del film “L’affido”

Di |2020-09-11T15:17:28+01:006 Luglio 2018|Il Nuovo Giudizio Universale|

Venti minuti iniziali di spoglio ed esemplare realismo sociale. Una tesa udienza dove si discute dell’affido di un minorenne; davanti a un giudice donna, dall’aspetto assai dimesso ma risoluta e coscienziosa; due avvocati donna dallo stile diverso (una più tribunizia e l’altra oggettivizzante, con i pregi e i difetti che entrambi gli approcci comportano in una causa di questo genere); (altro…)

Recensione del film “Il dubbio- Un caso di coscienza”

Di |2020-09-11T15:16:15+01:0014 Giugno 2018|Il Nuovo Giudizio Universale|

Sapete dove sarebbe straordinariamente utile proiettare questo film? A un corso universitario di diritto penale, e precisamente in calce a una lezione sul principio di causalità, quando si studia quale tra più azioni concorrenti abbia determinato un evento dannoso. Non vorrei che questo elogio risultasse disincentivante, offrendo l’idea di un pellicola greve e verbosa: al contrario, “Il dubbio -Un caso di coscienza” è avvincente e angoscioso dall’inizio alla fine, (altro…)

Recensione del film “Loro 1 e Loro 2”

Di |2020-09-11T15:16:15+01:008 Giugno 2018|Il Nuovo Giudizio Universale|

“Scusi, mi tiene il posto che vado a compare i pop corn e visto che mi trovo faccio un salto al supermercato?”. Non abbiate paura di formulare questa richiesta nella prima ora di “Loro 1”, specialmente se ciò a cui tenete (come in teoria il regista Sorrentino) è incontrare l’uomo Berlusconi. Tanto Toni Servillo compare dopo quaranta minuti e la parte iniziale, noiosetta il suo si concentra su alcuni personaggi, (altro…)

Recensione del film “Dogman”

Di |2020-09-11T15:16:16+01:001 Giugno 2018|Il Nuovo Giudizio Universale|

Dire che in questo film non ci siano scene violente sarebbe un’assurdità. Eppure è incontestabilmente vero se il parametro è la storia di cronaca del “Canaro”, che ha ispirato Garrone: chi va al cinema immaginando di ripercorrerla rimarrà deluso. In verità anche i fatti riscontrati dagli investigatori furono meno truculenti di quel che raccontò l’uccisore, che a quanto pare infierì sul cadavere ma non commise le sevizie che confessò in un delirio allucinatorio. Se aveva messo in circolo una versione di fantasia il Canaro stesso, non poteva e doveva forse farlo il regista? Garrone da quell’episodio prende solo spunto per seguire una strada completamente diversa, imperniata su un profilo psicologico discretamente complesso, e una relazione che non si può liquidare solo come racconto di (stra)ordinaria sopraffazione e vendetta smisurata.

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Recensione del film “Everybody knows”

Di |2020-09-11T15:16:16+01:0018 Maggio 2018|Il Nuovo Giudizio Universale|

Tutti lo sanno

Film e buoi dei paesi tuoi. Il grande regista iraniano Asghar Fahradi aveva già diretto un film in territorio e lingua non iraniana, e precisamente “Il passato” in francese. Ma con “Todos lo sabes” (“Everybody knows” e poi vedremo quale sarà il titolo all’uscita in Italia), che ha inaugurato la scorsa settimana il Festival di Cannes, (altro…)

Recensione del film “Cosa dirà la gente”

Di |2020-09-11T15:16:16+01:0011 Maggio 2018|Il Nuovo Giudizio Universale|

Non ci sono alternative per la comunità pakistana in Norvegia (e forse in Europa, e forse per i pakistani tutti): o intraprendono una class action verso la regista Iram Haq oppure le loro frange più sensibili prendono spunto da questo film per avviare un serio percorso di ripensamento sull’auto-integrazione. L’aspetto più disturbante di questo schiaffo in faccia che è “Cosa dirà la gente” è la sensazione di assistere a una messa in scena razzista verso un gruppo etnico.

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Recensione del film “Tonya”

Di |2020-09-11T15:16:16+01:004 Maggio 2018|Il Nuovo Giudizio Universale|

Nel 1994 si perpetrò la più flagrante violazione del precetto decoubertiniano, l’importante è partecipare, capovolto in un pragmatico l’importante è non far partecipare l’avversaria: la pattinatrice Kenny Corrigan, favorita per i campionati statunitensi di pattinaggio sul ghiaccio, venne azzoppata da una sprangata sulle ginocchia. La responsabilità fu fatta risalire alla rivale Tonya Harding: più precisamente venne acclarato che il mandante indiretto fosse il suo ex marito, Jeff Gillooly, con il quale lei intratteneva un patologico rapporto di prendi e molla, e il mandante diretto un obeso psicopatico mitomane, amico del marito (della serie: dimmi con chi vai e ti dirò chi sei). (altro…)

Recensione del film “I segreti di Wind River”

Di |2020-09-11T15:16:17+01:0020 Aprile 2018|Il Nuovo Giudizio Universale|

Il mondo culturale è sempre più attratto da un’America lontana da quella delle metropoli, e all’interesse sociologico verso la provincia del sud – quella che noi ignoriamo e che ha determinato la vittoria di Trump – si affianca l’esplorazione narrativa della frontiera – quella che ignorano gli stessi americani. (altro…)

Recensione del film “Oltre la notte”

Di |2020-09-11T15:16:17+01:0013 Aprile 2018|Il Nuovo Giudizio Universale|

La vita interiormente lacerante e concretamente problematica della comunità turca in Germania è da sempre al centro del cinema di Fatih Akin, e lo sviluppo di questo tema generò due capolavori assoluti, La sposa turca e Ai confini del paradiso, (altro…)

Recensione del film “Visages, villages”

Di |2020-09-11T15:16:17+01:006 Aprile 2018|Il Nuovo Giudizio Universale|

Mi piace pensare che la ragione per la quale non è stato assegnato l’Oscar per il miglior documentario a Visages Villages sia che i giudici abbiano considerato riduttivo qualificarlo come documentario. Questo piccolo miracolo cinematografico, pur nella sua sciolta immediatezza, ha una complessità ideologica che lo colloca a metà tra un’inedita forma di road movie e uno stretto punto di contatto tra l’arte contemporanea e il cinema. (altro…)

Recensione del film “Lady Bird”

Di |2020-09-11T15:16:20+01:0023 Marzo 2018|Il Nuovo Giudizio Universale|

T.V.B. sarebbe stato un buon nome per questo film. L’acronimo, proprio. Quello che tante pennarelli indelebili hanno impresso sui muri, sui sedili degli autobus o sui banchi di scuola, di solito incastonato in qualche frase assurda. T.V.B. è l’acronimo più insulso mai prodotto dalla mente umana perché ti voglio bene va fatto addentare con tutta la polpa alla persona cui lo si dice oppure va serbato nel brivido che ci percorre mentre lo pensiamo per donarlo nel momento che impacchetta il dono di dirlo (dono per chi lo dice e chi lo riceve), e quindi mai dovrebbe essere abbreviato, nemmeno per gioco. T.V.B. manca di pathos: è inflazionante, sbrigativo, sommario. (altro…)

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