Versi, versi pure

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Versi, versi pure2020-09-11T15:17:10+01:00

Da diversi anni mi ha preso il gusto di comporre limerick, quel tipo di poesie nonsense di origine anglosassone che rispondono a criteri metrici fissi e nel nostro paese hanno trovato la loro migliore espressione in Toti Scialoja. Mi sono concesso varie alterazioni del loro schema di base e poi, con crescente frequenza, quello scheletro formale e il mood che lo accompagna sono rimasti al servizio anche di testi sensati. Alla fine è più facile debellare il senso nella prosa quotidiana che nei versi.

Ora sono diventati un libro, contenente oltre cento poesie, che il valente catalogo dell’editore Oedipus ha ritenuto di accogliere.

Come per tutti i volumi di poesia la distribuzione nelle librerie è sempre complicata.

Le librerie dove dovreste sicuramente trovarlo a partire da questi giorni sono queste:

oppure presso la sede dell’editore Oedipus a Salerno (via La Francesca, 31)

Un’alternativa naturalmente è ordinarle su Ibs, Amazon, Feltrinelli, Mondadori, Unilibro.

Ve ne propongo una manciata, tanto per familiarizzarcisi (anche con la loro eterogeneità) e per non restare esageratamente traumatizzati all’acquisto del libro.

La ragazza della tipografia

La ragazza della tipografia

Ha la bottega in fondo al vicolo

Ha inchiostro, liquido sorriso,

ha un buon carattere, ha caratteri

di piombo, ha il torchio a stella,

le labbra incise dalla nostalgia.

 

La ragazza della tipografia

Non è bella, come si dice: è un tipo

È tipometrica, ha fragile appetito

Porta la riga, composta è la sua linea,

(altro…)

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Sonetto sulle dichiarazioni da rendere ex dpcm

Attesti che è effettivamente nato,

compili col suo sangue, documenti

il transito suo al banco d’alimenti

e che alla qui presente è coniugato

 

che non è per trastullo che s’aggira

che un poco incontinenti sono i cani

che ancora non è al margine dei sani

e non ha troppo in uggia le sue mura. (altro…)

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Natività

Ingravidato nel ventre del mattino

mi partorisce ogni giorno il sorriso

tuo dintorno, il sorgente che inventi.

Del viso nell’abbraccio, s’insemina

d’eterno la terra senza ghiaccio.

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Mi spiaggerò

Mi spiaggerò come balena assente

sul rovente sudario mentre l’ocean

si rifarà daccapo di gran lena.

Per cena sputerò Giona dal ventre

ragionerò l’assurdo dell’acquario.

Mi spiaggerò come balena triste

ponendo fine a spregi e avvistamenti

di dorsi e pinne da occhi di turisti.

Depennerò il disordine e la rabbia

provvista di salsedine e di sabbia.

Mi spiaggerò come balena bolsa

prendendo l’orizzonte per rincorsa

sull’onda moribonda rimbalzante.

Cospargerò con l’olio e l’ambra grigia (altro…)

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    Faglie e furia

    Il Finistère farfuglia alle finestre

    frasi che il vento spinge agli sfinteri,

    rende spoglio l’orizzonte, frastaglia

    il verde in strato. Scagli lo scoglio

    chi è senza steccato.

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