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4 Marzo 2022|1, Stretti e contraddetti|

L’Università della Bicocca prima blocca un corso di Paolo Nori su Dostoevskj, per ragioni di opportunità, e poi lo condiziona all’inserimento nelle lezioni di autori ucraini, e giustamente Nori si ritira. (altro…)

Se ogni secondo si ripete. Estratto da Milan Kundera, “L’insostenibile leggerezza dell’essere”

4 Marzo 2022|Open space|

Libri usati

O che si dovrebbero usare. Brevi passi da sottolineare, a volte da percorrere.

Se ogni secondo della nostra vita si ripete un numero infinito di volte siamo inchiodati all’eternità come Gesù Cristo alla croce. È un’idea terribile. Nel mondo dell’eterno ritorno, su ogni gesto grava il peso di un’insostenibile responsabilità. Ecco perché Nietzsche chiamava l’idea dell’eterno ritorno il fardello più pesante.

Se l’eterno ritorno è il fardello più pesante, allora le nostre vite su questo sfondo possono apparire in tutta la loro meravigliosa leggerezza.

Ma davvero la pesantezza è terribile e la leggerezza meravigliosa? Il fardello più pesante ci opprime, ci piega, ci schiaccia al suolo. Ma nella poesia d’amore di tutti i tempi, la donna desidera essere gravata dal fardello del corpo dell’uomo. Il fardello più pesante è quindi allo stesso tempo l’immagine del più intenso compimento vitale. Quanto più il fardello è pesante, quanto più la nostra vita è vicina alla terra, tanto più è reale e autentica.

Al contrario, l’assenza assoluta di un fardello fa sì che l’uomo diventi più leggero nell’aria, prenda il volo verso l’alto, si allontani dalla terra, dall’essere terreno, diventi solo a metà reale e i suoi movimenti siano tanto liberi quanto privi di significato.

Che cosa dobbiamo scegliere, allora? La pesantezza o la leggerezza?

Estratto da Milan Kundera, “L’insostenibile leggerezza dell’essere”

Ma solo i bambini? Estratto da “Lo sviluppo sociale del bambino” di Jean Piaget

18 Febbraio 2022|Open space|

Libri usati

O che si dovrebbero usare. Brevi passi da sottolineare, a volte da percorrere.

“Il soggetto afferma sempre e non dimostra mai”

Un aspetto colpisce nel pensiero del bambino piccolo: il soggetto afferma sempre, e non dimostra mai. Notiamo d’altra parte che questa carenza della prova deriva naturalmente dai caratteri sociali della condotta in quell’età, cioè dall’egocentrismo concepito come mancanza di differenziazione fra il proprio punto di vista e quello degli altri. È infatti esclusivamente nei confronti degli altri che si è portati a cercare prove, mentre a sé si crede sempre subito, almeno sino a quando gli altri ci abbiano insegnato a discutere le obiezioni, e di conseguenza si sia interiorizzata tale condotta in quella forma di discussione interiore che è la riflessione. Quando si interrogano bambini al di sotto dei sette anni si è sempre colpiti dalla povertà delle loro prove, dalla loro incapacità a motivare le proprie affermazioni, e persino dalla difficoltà che provano nel ritrovare retrospettivamente come vi siano giunti. Allo stesso modo, dai quattro ai sette anni, il bambino non sa definire i concetti che usa, e si limita a indicare gli oggetti corrispondenti e a definirli secondo l’uso (“serve a”), ciò a causa della duplice influenza del finalismo e della difficoltà di giustificazione.

Jean Piaget, estratto da “Lo sviluppo sociale del bambino”

Gatti scalciati e baci rubati

18 Febbraio 2022|10, Limite di velocità|

Oltre il sensazionalismo dell’istante

La scorsa settimana il calciatore del Chelsea Kurt Zouma ha postato un video in cui fa un mazziatone al suo gatto, colpendolo con manrovesci e pedate, una in particolare simile al rinvio dal fondo. Il trattamento sembra più plastico che crudele: Zouma, filmato dal fratello che insieme a lui si sbraca dalle risate, cerca l’effetto spettacolo. Quel che appare più incredibile non è tanto che si accanisca contro il gatto (benché in termini di empatia extra-specifica tra uomini e felini sia questo l’aspetto più deplorevole) ma che si sia fatto l’idea che le immagini in rete sarebbero risultate divertenti. (altro…)

Mettersi in coda

18 Febbraio 2022|Limite di velocità|

Sei ore di coda per fare il vaccino: accadeva ancora all’inizio di quest’anno presso alcuni hub meno efficienti. D’altronde, tra quelli che si lamentavano ce n’erano alcuni disposti a mettersi in coda per i saldi alle sei del mattino senza fiatare. La frustrazione dello stare in coda è direttamente o inversamente proporzionale all’indispensabilità del bene per il quale si sta sopportando l’attesa? (altro…)

18 Febbraio 2022|1, Stretti e contraddetti|

La più formidabile attitudine riproduttiva dimostrata dal sistema capitalistico è quella di trasformare qualsiasi insorgenza di opposizione culturale, antagonistica o correttiva, in una merce mainstream (altro…)

Credere per abitudine. Estratto da “Pensieri” di Blaise Pascal

28 Gennaio 2022|Open space|

Libri usati

O che si dovrebbero usare. Brevi passi da sottolineare, a volte da percorrere.

“… perchè non bisogna disconoscerlo: noi siamo automatismo altrettanto che spirito. Strumento di persuasione non è solo la dimostrazione. Quante poche son le cose dimostrate. Le prove convincono solamente l’intelletto. L’abitudine genera le prove più efficaci e più credute: piega l’automa, il quale trascina l’intelletto senza che questo se ne renda conto. Su quali dimostrazioni riposa la nostra convinzione che domani tornerà a splendere il sole, o che un giorno moriremo? Eppure, c’è cosa più fermamente creduta? Dunque, è l’abitudine a persuadercene, ed è lei a fare tanti cristiani, a fare i turchi, i pagani, i mestieri, i soldati eccetera. Bisogna perciò ricorrere a essa quando l’intelletto abbia veduto dov’è la verità, al fine di abbeverarci e di impregnarci di questa credenza, che in ogni momento ci sfugge: perché averne sempre presenti le prove è troppo arduo. Bisogna acquisire una credenza più agevole, quella dell’abitudine: che senza violenza, senz’arte, senza argomentazioni, ci fa credere delle cose e inclina verso questa credenza tutte le nostre facoltà, di modo che la nostra anima ci cade naturalmente. Quando si crede soltanto per convinzione razionale, ma l’automa tende a credere l’opposto, non basta. Bisogna dunque che tutte e due le parti di noi stessi credano: l’intelletto per opera delle ragioni, che basta aver conosciute una volta: e l’automa, per mezzo dell’abitudine, e impedendogli di inclinare verso il contrario.”

Tre brevi lezioni sul rumore/ 1. Il rumore acustico

27 Gennaio 2022|12, Limite di velocità|

“Ecco che mi circonda un chiasso indiavolato: abito proprio sopra uno stabilimento balneare. Immagina ora tutti i tipi di rumori che possono frastornare le orecchie: quando i campioni si allenano a sollevare palle di piombo e si affaticano o fingono di affaticarsi io li sento gemere, e ogni volta che mettono fuori il fiato trattenuto, sento i sibili del loro respiro affannato. (altro…)

27 Gennaio 2022|1, Stretti e contraddetti|

Considero che sia valsa la pena di leggere un saggio quando conteneva cose che non sapevo, e valeva la pena di sapere, o argomenti che non avevo considerato. (altro…)

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