Archivi mensili: Giugno 2018

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Sol Lewitt

Di |2020-09-11T15:16:15+01:008 Giugno 2018|Ufficio visti|

Capirci un cubo

Parafrasando la frase più famosa del Gattopardo (pronunciata non dal Principe di Salina ma da suo nipote Tancredi) ovvero “Se vogliamo che tutto rimanga com’è bisogna che tutto cambi” potremmo mettere in bocca a Sol LeWitt un aforisma come: se vogliamo che tutto cambi bisogna che quasi tutto rimanga com’è.Più esattamente LeWitt, il grande artista americano nato nel 1928 e morto nel 2007, affermò che “Più le cose cambiano più rimangono uguali, più rimangono uguali più significativo è il cambiamento”. (altro…)

Recensione del film “Loro 1 e Loro 2”

Di |2020-09-11T15:16:15+01:008 Giugno 2018|Il Nuovo Giudizio Universale|

“Scusi, mi tiene il posto che vado a compare i pop corn e visto che mi trovo faccio un salto al supermercato?”. Non abbiate paura di formulare questa richiesta nella prima ora di “Loro 1”, specialmente se ciò a cui tenete (come in teoria il regista Sorrentino) è incontrare l’uomo Berlusconi. Tanto Toni Servillo compare dopo quaranta minuti e la parte iniziale, noiosetta il suo si concentra su alcuni personaggi, (altro…)

Stretti e contraddetti

Di |2020-09-11T15:16:16+01:001 Giugno 2018|Stretti e contraddetti|

Ogni volta che si insedia un nuovo governo dobbiamo fargli un augurio, qualunque sia il nostro credo politico: “Buona Costituzione!”. Poi ad applicarla in pieno ci riescono in pochi, Ma speriamo almeno che, di fronte a questo auspicio, nessun ministro tocchi il ferro o i genitali.

Recensione del film “Dogman”

Di |2020-09-11T15:16:16+01:001 Giugno 2018|Il Nuovo Giudizio Universale|

Dire che in questo film non ci siano scene violente sarebbe un’assurdità. Eppure è incontestabilmente vero se il parametro è la storia di cronaca del “Canaro”, che ha ispirato Garrone: chi va al cinema immaginando di ripercorrerla rimarrà deluso. In verità anche i fatti riscontrati dagli investigatori furono meno truculenti di quel che raccontò l’uccisore, che a quanto pare infierì sul cadavere ma non commise le sevizie che confessò in un delirio allucinatorio. Se aveva messo in circolo una versione di fantasia il Canaro stesso, non poteva e doveva forse farlo il regista? Garrone da quell’episodio prende solo spunto per seguire una strada completamente diversa, imperniata su un profilo psicologico discretamente complesso, e una relazione che non si può liquidare solo come racconto di (stra)ordinaria sopraffazione e vendetta smisurata.

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